venerdì 30 settembre 2011

ELEVARSI IN AMORE

… “Occorre fare il salto: l’uomo deve saper amare la donna e la donna deve saper amare l’uomo. È lo stadio eterosessuale, il rapporto con il polo opposto, il corso naturale dello sviluppo degli esseri umani. C’è poi la trascendenza. Dopo che avrai attraversato gli stadi precedenti, con naturalezza, immergendotici totalmente, viene il momento in cui trascendi la sessualità. Cessi d’interessarti al sesso in quanto tale. Il tuo corpo, i corpi altrui, non t’interessano più. Non che nutri alcun sentimento di condanna verso il corpo. Ma sono i corpi a scomparire; restano solo anime: il corpo non è che lo strato più esterno dell’anima. È una profonda trasformazione della tua consapevolezza. È lo stadio del siddha. In india questo stadio viene chiamato brahmacharya, che vuol dire “lo stato di essere divino”. Ma a questo stadio non si arriva negando lo stadio eterosessuale: ci si arriva solo vivendo appieno l’amore su ciascuno dei piani in cui si manifesta. Ora, ci sono alcune cose che è importante capire. Il rapporto eterosessuale è il rapporto più difficile: è il più scomodo, il più conflittuale, perché in esso sono presenti due poli: l’uomo e la donna. Questi due poli esistono in forme diverse e a causa della loro differenza si attraggono a vicenda. Essi costituiscono un mistero l’uno per l’altro. L’uomo è sempre stato incapace di capire la mente femminile e la donna quella maschile. Sono dimensioni assolutamente diverse. Perciò sono tanto attratte ad esplorarsi a vicenda. Ma insieme all’attrazione ci sono tutte le difficoltà dell’esplorazione. Uomini e donne si amano e si odiano; stanno insieme e si provocano, litigano continuamente, cercando di dominarsi a vicenda. Perciò il rapporto eterosessuale è il più scomodo, ma anche il più pieno, in esso c’è pericolo, ma anche entusiasmo. Il loro essere opposti li attrae vicendevolmente. Più sono lontani tra loro, più profonda sarà l’attrazione; più sono diversi tra loro, maggiore sarà il fascino e la bellezza dell’attrazione. Ma è qui che sta tutto il problema. Quando si avvicinano, vogliono avvicinarsi ancor di più, vogliono fondersi l’uno nell’altra, vogliono diventare un’unità, un tutto armonico, ma l’intera attrazione dipende dall’opposizione, mentre l’armonia dipenderà dal dissolversi di ogni opposizione. Il pericolo è che ci sia il conflitto, una lotta continua; ma solo attraverso quella lotta si raggiunge la pienezza, e solo attraverso quella lotta si trascende il sesso... Ricorda: per ciò che è più alto si paga un prezzo più alto! Se cerchi una pienezza profonda, devi affrontare il conflitto, devi mettere a repentaglio la vita (dell’ego n.d.r.); è una faccenda rischiosa… Ma ci si può elevare in Amore. Puoi trovare un amico/a in piena coscienza, usando la volontà. Con l’amico senti un’armonia profonda, momenti di pace, d’amore e di silenzio, ed è naturale che in te sorga un interrogativo: perché non deve essere possibile con l’uomo/donna che amo? La differenza va compresa. Tu mi ami, ma non nello stesso modo in cui ami tuo marito/moglie. Il tuo amore per me non è biologico; con me il tuo amore è assolutamente diverso: appartiene allo spirito, non al corpo. In secondo luogo, è la tua ricerca del vero che ti collega a me. Il tuo amore scenderà a profondità maggiori, man mano che la tua meditazione andrà in profondità, e viceversa: col fiorire della tua meditazione (abbandono del controlo mentale, n.d.r.), fiorirà il tuo Amore”…

Fonte: Osho, “Quell’oscuro intervallo è l’Amore”. © 2001-2006 Giunti Editore S.p.A.( estratto dalle pag. 60-62 e 96-99). www.oshoba.it 

Brano associato:
HELLO
Lionel Richie

giovedì 29 settembre 2011

L’AMORE ASPETTA

PENSO

A volte mi chiedo
se sia giusto che Tu
debba essere
il centro della mia esistenza

Non riesco, infatti,
a fare a meno
della tua presenza

Mi rendo conto
che in questo modo
creo una dipendenza
pur sapendo che
sarebbe invece giusto
abituarmi alla tua assenza

Solo allora
probabilmente
sarei veramente libero
dalla mia mente

Brano associato:
MIA
( Modà)

L’AMORE ASPETTA

...<<Pensa a te stesso come al centro dell’esistenza; non pensare all’altro come altro da te, pensa a tutto ciò che esiste come parte di te. Solo tu esisti, anche nell’altro. È la stessa vita, la stessa canzone che aspetta di essere cantata, lo stesso impulso ad innalzarsi verso il divino, la stessa ricerca, lo stesso cuore che batte, la stessa agonia e la stessa estasi. L’amore aspetta dentro di te. Non è detto che riesca a manifestarsi. Può accadere che stia ancora aspettando quando per te giungerà la morte. La nascita è al di là di te: tu sei gia nato, nessuno ti ha chiesto niente. Non ti è stato chiesto il permesso. Non ti è stato chiesto neppure dove volevi nascere, cosa volevi diventare. Ti trovi già nel mezzo della vita, sei già qui. La nascita non ti lascia scelta. E così la morte. Arriverà senza preavviso e non aspetterà neanche un momento. La nascita ti accade, la morte ti accade. Sono al di là di te, non puoi farci nulla. Fra la nascita e la morte c’è una sola cosa rispetto alla quale puoi fare qualcosa, e questa cosa è l’amore. Queste sono le tre grandi cose della vita: la nascita, l’amore e la morte. La nascita è già accaduta. La morte accadrà, è certa. In un certo senso è già accaduta fin dalla nascita. Un passo nella tomba l’hai già fatto: il giorno in cui sei nato la prima metà del viaggio si è compiuta. L’altra metà richiederà un altro po’ di tempo. Con la vita è entrata in te la morte. Ora c’è una sola cosa che puoi fare, una sola cosa che dipende da te, ed è l’amore. E siccome dipende da te, è possibilissimo che tu non colga questa occasione. Questa è l’agonia dell’amore: puoi mancarlo. Se non agisci, se non ti svegli, se non ti muovi coscientemente, deliberatamente verso l’amore, puoi mancarlo. È possibilissimo che tu perda l’occasione di sviluppare in te l’amore. Perciò il timore, il tremore, l’angoscia. Ce la farò? Riuscirò ad entrare nell’amore? Sarò mai trasportato dalla sua corrente? Ma, a fianco di quest’agonia, c’è l’estasi. L’estasi di essere liberi. L’estasi di essere liberi. A causa della libertà c’è il timore: se anche l’amore, come la nascita e la morte, fosse un evento predestinato, non ci sarebbe timore; ma non ci sarebbe neppure l’estasi: perché l’estasi è possibile solo quando raggiungi una meta, quando fai una scelta cosciente, quando deliberatamente arrivi da qualche parte. Quando è un tuo viaggio, non quando sei trascinato. Questa è la bellezza dell’amore, e ne è anche il pericolo.>>…

Fonte: Osho – “Quell’oscuro intervallo è l’Amore”. © 2001-2006 Giunti Editore S.p.A.( pag. 16-17), www.oshoba.it  

lunedì 26 settembre 2011

CREDI IN DIO?

DIO C’È


Come si può discuterne la presenza
quando l’umanità
ed il creato ad essa legato
sono la prova tangibile
della Sua esistenza?

Eppure sono in molti quelli che,
confusi dalla diffusa sofferenza,
dubitano della sua benevolenza

C’è chi afferma di credere
e chi invece nega
ma nel momento del bisogno
chiunque poi Lo prega

Il dubbio che nutriamo
ci sprona a cercarlo
perché sentiamo
che possiamo incontrarlo

È nel cuore che è scritto
chi veramente siamo
ed è questo il motivo
per cui “dobbiamo” amarLo

 

CREDI IN DIO?


… <<Un filosofo chiese a Sri Aurobindo: “Credi in Dio?” La sua risposta fu: “No”. Il filosofo rimase esterrefatto. Aveva percorso tanta strada, credendo che quest’uomo conoscesse Dio ed invece gli aveva risposto: “No, non credo in Dio”. Il filosofo, per qualche minuto non riuscì a trovare il coraggio di fargli altre domande, era ammutolito. Poi disse: “Io pensavo che tu avessi visto Dio!” Sri Aurobindo scoppiò a ridere e rispose: “Sì, l’ho visto: ecco perché non credo. Credere è frutto dell’ignoranza. Io conosco Dio!” Ricorda: devi arrivare alla conoscenza, non sei qui per credere. Puoi disporre del mio aiuto per arrivare alla conoscenza. Credere è un trucco della mente: senza avere conoscenza alcuna, ti dà la sensazione di conoscere. L’uomo è un punto di domanda, ed è una benedizione. Perciò celebralo, danza, gioiscine perché, senza quel punto di domanda non ci sarebbero né la fede, né il dubbio; avremmo solo finte certezze. La vita ha delle esitazioni. La vita è incerta. La vita è insicura. Ecco perché è vita: perché è in movimento. Un uomo vivo si muove tra le incertezze, va verso l’ignoto, non può vivere con finte certezze. Le tue certezze dimostrano semplicemente che non hai mai dubitato. Esiste un altro tipo di conoscenza che sgorga dal dubbio, che scaturisce dalla crescita. Quando raggiungi questo tipo di conoscenza, di nuovo non hai certezze: ma ora le tue incertezze hanno un sapore del tutto diverso. Se avessi fatto al Buddha delle domande su Dio, sarebbe rimasto in silenzio. Ecco il motivo della sua superiorità rispetto a Sri Aurobindo. Il Buddha sarebbe rimasto in assoluto silenzio, non avrebbe risposto né sì, ne no. Come mai? Perché asseriva: “L’Assoluto è talmente vasto che sarebbe sbagliato dire ‘sì’ e sarebbe anche sbagliato dire ‘no’: le nostre parole sono talmente piccole che non possono contenere l’Assoluto. È possibile comunicare l’Assoluto solo tramite il silenzio”. Quando non conosci e quando sei convinto di conoscere sei in una sorta d’incertezza: come puoi avere delle certezze sull’Assoluto? È talmente vasto. Se avessi delle certezze sull’Assoluto sarebbe come rimpicciolirlo; sarebbe come dimostrare che puoi afferrarlo, che puoi averlo in pugno. E Dio non può essere posseduto; al contrario, tu dovresti permettere che Egli ti possegga. Accetta i tuoi no ed i tuoi sì e non pensare che siano opposti tra loro: non lo sono. Proprio come non ci può essere alcun coraggio senza il pericolo, così non ci può essere la fede senza l’incertezza e senza il dubbio. Il rischio fa parte del gioco e noi siamo nati per giocare. Dobbiamo imparare ad affidarci alle possibilità, non alle certezze. Solo i pappagalli possono avere certezze, perché hanno risposte prefabbricate. Un uomo vero, che ha raggiunto la conoscenza, avendone fatta l’esperienza, ti aiuterà a stare in silenzio, ti aiuterà ad attraversare i tuoi sì ed i tuoi no, la tua fede ed i tuoi dubbi, i tuoi momenti più caldi e quelli più freddi, la luce del giorno e le tenebre della notte, le vette e le valli. Non t’insegnerà nessun dogma, t’insegnerà solo il coraggio, il piacere dell’avventura e la ricerca.>> …

Fonte: Osho – “I libri del fiore d’oro” © 2000 by News Services Corporation, Arona (NO). © 2007 RCS Libri S.p.A., Milano. Prima edizione Firme Oro Bompiani: novembre 2007 (ISBN 978-88-486-0341-6, pag. 295-298, stralcio). © 1979 Osho International Foundation, CH8001, Zurigo, Svizzera.

Brano associato:
(Biagio Antonacci)

LA LUCE


Ci consente di osservare
ciò che al buio non possiamo vedere
dovremmo quindi pensare
a cos’altro, su di Lei, dovremmo sapere?

Chi apparentemente
lascia questo mondo per un istante
torna per parlare di lei
in modo affascinante

Racconta di un tunnel
immerso nel buio
con in lontananza
la Luce
che lo ricondurrà nel luogo
della sua “triste” esistenza
ma a quel punto …
avrà trasceso l’apparenza

Segno tangibile che
non possiamo snobbare
la sua importanza
 se tra i vivi
vogliamo stare
abbandonando l’arroganza

Brano associato:
Elisa

IL MISTERO DELL’ESISTENZA


… <<Mediante gli occhi fisici conosci il mondo e poiché gli occhi sono due, il mondo è scisso in due. Il mondo in sé non è diviso, ma il tuo modo di vederlo lo scinde in due. È come un raggio di luce che attraversa un prisma. Il raggio è uno ma, nel momento in cui attraversa un prisma, si scinde in sette parti, si spezza in sette colori. Così si crea l’arcobaleno: i raggi del Sole, attraversando le gocce d’acqua sospese nelle nubi, che fungono da prisma, si scindono nei sette colori. La tua energia passa attraverso i tuoi occhi (controllati dai due emisferi del cervello n.d.r.) ed il mondo si scinde in due. Perciò vedi, come se fossero opposti tra loro: il giorno e la notte; la vita e la morte; l’amore e l’odio; la materia e la consapevolezza. I tuoi occhi dividono tutte le cose in due poli opposti tra loro. A causa dei tuoi occhi, non riesci a vedere l’unità dell’esistenza. A meno che i tuoi occhi non diventino uno, non conoscerai mai l’indivisibile, l’universale. Là sono raccolti sia l’immortalità sia il superamento del mondo. Nel momento in cui raggiungi quel punto unico nel tuo essere … Gesù ha detto: “Quando i tuoi occhi saranno diventati uno, entrerai nel regno dei Cieli”. Conoscerai l’immortalità, perché saprai che la vita e la morte non sono poli opposti ma le ali di un unico uccello. La morte non distrugge la vita, l’aiuta a rinnovarsi. La morte non è una nemica, ma un’amica, aiuta semplicemente la vita a cambiare gli “abiti”, perché si sono logorati: li hai usati ed ora non sono più utilizzabili; ti aiuta semplicemente a cambiare casa, non ti distrugge. Ti dà solo un nuovo inizio ed una ricarica d’energia rinnovata. Allora le tenebre e la luce non saranno più due opposti. Gli opposti scompariranno, diventeranno complementari. Allora l’intera esistenza diventerà una danza tra l’energia maschile e l’energia femminile. Ti accadrà una danza orgasmica. Gli opposti si uniranno, s’incontreranno, sciogliendosi l’uno nell’altro. Il conflitto scomparirà. Quando vedrai l’intera esistenza priva di qualsiasi conflitto, di certo, in te sorgerà una grande gioia. Per te la morte non ci sarà più. Hai sempre visto la morte dall’esterno: hai sempre visto qualcun altro morire, non ti sei mai visto morire: ma essere vivi è una cosa diversa, lo puoi vedere dall’interno. Essere vivo significa sentire dolore e piacere, amore e paura. Essere vivo significa essere in grado di creare, di pensare a qualcosa che non c’è e farla accadere. Ecco perché solo colui che è creativo conosce le forme più elevate della vita: poiché quando sei all’apice della tua energia, quando crei, fai parte del divino. Come possa accadere è un mistero. Il motivo della tua esistenza è un mistero. Ogni effetto deve avere una causa. Questa è ciò che noi chiamiamo la legge di causa/effetto: è ciò che ci hanno insegnato ma io non riesco a vedere nessuna causa che abbia prodotto l’effetto che io sono. Io mi sono risvegliato cavalcando un miracolo. La mia ragione mi serve alla perfezione, ma fallisce di fronte al mistero del mio essere. La mia ragione è anch’essa uno strumento di questo mistero, di conseguenza non può conoscerlo. Danza, canta, crea musica, dipingi, scolpisci o fa’ qualsiasi altra cosa t’ispiri. Vivi! Scopri da cosa scaturisce la tua gioia interiore e realizzala, trasforma in realtà il tuo potenziale: questa è la massima gioia che ci sia. Raggiungerai la vera beatitudine solo quando riuscirai a portare qualcosa dall’ignoto nel conosciuto: quando farai, quando creerai, quando riuscirai a rendere reale il tuo sogno, quando avrai aiutato l’esistenza!>> …

Fonte: Osho – “I libri del fiore d’oro © 2000 by News Services Corporation, Arona (NO). © 2007 RCS Libri S.p.A., Milano. Prima edizione Firme Oro Bompiani: novembre 2007 (ISBN 978-88-486-0341-6, pag. 276-282, stralcio). © 1979 Osho International Foundation, CH8001, Zurigo, Svizzera.