domenica 13 luglio 2025

INELUDIBILE

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L’esperienza 

(della legge della dualità/polarità),

ne conferma l'indiscutibile validità:

 (per ogni polo ve n'è uno opposto)

la vita produce la morte;

la luce s'alterna con l'oscurità!


Questa è l'ineludibile sorte,

cui è sottoposta anche la risvegliata umanità:

nessuno si salverà,

neppure chi si rifugia nell'illusoria spiritualità

(che non spiega il rapporto che alla psiche la lega),

né chi fugge dall'incontro con la "superiore Unità"!


[... «Ricorda, ci sono "due incontri": 

il primo è l'incontro tra il tuo uomo e la tua donna interiori;

il secondo, l'incontro supremo, 

è l’incontro tra Te (essere umano diventato intero) e il Tutto

è l’incontro tra l’umano ed il divino» …]

(Fonte: Osho – “I libri del fiore d’oro” . © 2000 by News Services Corporation, Arona (NO). © 2007 RCS Libri S.p.A., Milano)

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5 commenti:

  1. https://iosonoiltuose.wordpress.com/?s=Incontro

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  2. FEDE CIECA? 🤔

    M'ha suggerito la mia risvegliata coscienza:
    «Un' ineludibile esperienza
    quella che prima o poi ciascuno farà
    incontrando la propria, vera, Essenza!

    Fatto che, sicuramente,
    condurrà le ingenue persone
    alla liberazione da ogni illusione
    (prima tra tutte la religione)
    e ad essere d'accordo, naturalmente,
    con quel che Freud ebbe a pronunciare
    a proposito della "cieca fede"
    che ancora, inconsapevolmente,
    prova chi crede:

    "In molti casi, questa fede cieca,
    è una forma di nevrosi,
    un bisogno infantile di protezione
    che sfocia in dipendenza!"
    http://www.humantrainer.com/articoli/legame-religione-nevrosi-freud.html

    P.S. IO Sono dell'avviso che si possa estendere,
    tal lodevole concetto, non solo a molti ma a "tutti i casi",
    bisognosi, perciò, d'una particolare attenzione,
    da parte della scienza della psiche/coscienza! 😇

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    1. La fede cieca è dunque un'illusione?
      Iniziano a pensarlo sempre più persone!
      https://serpente-piumato.blogspot.com/search?q=Illusione

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  3. DIPENDENZA? 🤔

    Aspetta un momento,
    ho letto, di recente,
    che anche fede e religione
    provocherebbero "dipendenza",
    ad un punto tale che, faticosamente,
    l'ingenuo credente,
    potrà liberarsi, autonomamente,
    da quel morboso attaccamento
    (dalla dualità bene - male)
    presente nell'inconsapevole mente.

    Titubante, ho cercato su internet,
    mediante la frase seguente:
    Freud fede nevrosi dipendenza

    Il risultato? Iluminante, decisamente:

    «In ambito psicoanalitico, Freud ha esplorato il legame tra fede, nevrosi e dipendenza, considerando la religione come una forma di nevrosi ossessiva collettiva. La religione, secondo Freud, deriverebbe da desideri e conflitti inconsci, simili a quelli che caratterizzano le nevrosi individuali, come il senso di colpa legato a desideri proibiti.»

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  4. «In sintesi, Freud vede la religione e la nevrosi come fenomeni legati a dinamiche psicologiche simili, con la religione che può fungere da meccanismo di difesa collettivo contro l'angoscia e la nevrosi individuale che coinvolge l'uso di meccanismi di difesa per affrontare conflitti interni. La dipendenza, in questo contesto, può essere sia un sintomo di nevrosi che una forma di dipendenza psicologica da elementi esterni per affrontare emozioni dolorose. 

    La religione come nevrosi:
    Freud, ne "L'avvenire di un'illusione", suggerisce che la religione possa essere vista come una risposta nevrotica collettiva all'angoscia e all'incertezza, simile ai meccanismi di difesa usati dagli individui nevrotici. 

    Conflitti interni e meccanismi di difesa:
    La religione, secondo Freud, utilizza meccanismi come la rimozione, la formazione reattiva e l'annullamento retroattivo per gestire i conflitti tra desideri inconsci e le richieste del Super-Io, simili a quelli presenti nelle nevrosi individuali. 

    La religione come illusione:
    Freud considera la religione come un'illusione, una creazione dell'uomo per far fronte alla realtà, offrendo conforto e speranza, ma anche limitando la capacità di affrontare la realtà in modo più diretto.»

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