martedì 4 ottobre 2011

L’INNOCUITÀ



“Nel cammino evolutivo la qualità dell’Innocuità è il presupposto affinché i gruppi umani funzionino a livelli più alti. Innocuità (da "non nocere", non nuocere) non è da intendersi solo nel senso omissivo del non fare del male ma in senso assertivo e propositivo: “sostenere lo sviluppo delle creature di tutti i regni di natura, i quali sono parti del grande Essere in cui abbiamo la nostra esistenza e che evolve con noi”. L’innocuità diventa ovvia quando l’uomo comprende che la propria evoluzione è collegata a quella di tali altre parti. Perseguendo l’Innocuità, diventeremo esigenti anche con i nostri quotidiani pensieri e sentimenti affinché essi producano azioni luminose e belle. I nostri atti risuoneranno al Bene e al Bello ed intorno a noi, gli altri, vi si specchieranno e genereranno nuova bellezza. Potremo, in tal modo, collaborare, con le nostre piccole azioni-opere d’arte, alla più grande “Opera d’arte” in cui viviamo, creazione di un Artista sconosciuto. Riconosceremo inoltre che un’azione innocua ed ispirata alla Bellezza emana inequivocabili caratteristiche di luce:
è unitiva, mai separativa, poiché re-ligiosa (da “re-ligio”, tenere insieme);
porta con sé una carica di pace che allevia il dissidio interiore e i contrasti esterni;
è evocativa di bene e irradiante, richiamando, così, ulteriore luce;
allinea mente e cuore, è un’azione della mente illuminata dal cuore;
è gentile ma non formale, raffinata ma non elitaria;
non ama l’esibizione ma vive in un silenzio fertile e produttivo;
trova in se stessa il suo compenso, non ne cerca altri fuori da sé;
è scelta da una volontà centrata, consapevole e direzionata;
è empatica con l’uomo e la natura;
riconosce e sostiene sentimenti e desideri di ben-essere, talvolta solo per accoglierli, tal altra per elevarli, facendo intravedere più alte prospettive;
è calda, privilegia l’uomo rispetto agli elementi tecnici, burocratici, legali ed economici, che dichiaratamente a lui subordina;
è giusta poiché in armonia con le leggi dell’Universo;
pur essendo suscettibile di ampliamenti e sviluppi, è completa in sé, è per-fetta;
è immediatamente riconoscibile perché espande e porta gioia;
ha spesso a che fare con il perdono;
è diretta e pertinente apparendo subito, a prima vista, l’unica ovvia, perché utile e di servizio;
è semplice, lontana dalle complicazioni dell’ego e dall’utilitarismo;
è spesso collegata al sacri-ficio, non nel senso di rinuncia rancorosa o vittimistica, ma nel senso etimologico di compio un atto sacro;
ha in sé un potenziale evolutivo, conduce a maggiori consapevolezze e a possibilità di eseguire compiti più avanzati;
è sempre rigorosa nella sostanza ma può essere soffice, lieve nella forma, se le dinamiche relazionali lo richiedono;
è terapeutica, si prende cura (dell’ambiente, dell’uomo e delle sue necessità);
può sembrare talvolta convenzionale o legata alla morale corrente ma è, invece, sempre palpitante e interiormente sentita;
è appagante al momento ma conduce ad una ulteriore tensione inappagata, che muove alla ricerca di nuove occasioni di ben agire”.
Fonte: Chiara Marelli, “Il Sentiero” (pag. 30-31), gratuito su www.edicolaweb.net

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