sabato 22 marzo 2025

MUOIONO LE DIVINITÀ?

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Sì, altro che immortalità,

nascono e muoiono in continuità

le presunte "divinità" inventate dalle religioni

per lasciare il posto a quelle nuove, 

più aderenti alla realtà 

della sempre più matura umanità,

liberatasi delle illusioni!


Questa, semplicemente, 

potrebbe essere la verità.


Di consequenza,

crollano le convinzioni,

svaniscono le vecchie abitudini,

e la mente, finalmente allineata all’Unità,

si risveglia in un soffio d'eternità,

mentre la coscienza personale

s'apre alla possibilità dell'esistenza

https://iosonoiltuose.wordpress.com/2017/11/09/il-mio-volto/

d'Una più vasta, transpersonale,

invisibile, realtà ...

https://iosonoiltuose.wordpress.com/2021/04/02/invisibile/

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1 commento:

  1. COSCIENZA PERSONALE E TRANSPERSONALE

    Più in alto della "personale coscienza emotiva"
    c'è quella "transpersonale" (da sperimentare)
    che ogni persona fa tornare ad essere viva!

    «Oggi parleremo di un’altra liberazione, di un’altra disidentificazione più sottile e più ardua: quella dalle nostre emozioni e dai nostri sentimenti.
    L’uomo in generale è completamente identificato con le proprie emozioni, anzi trae da esse il senso di vivere e di essere. Quando egli vibra contrariamente e non sente, non gli pare nemmeno di vivere, di esistere. Piuttosto che non sentire egli preferisce provare dolore. Ciò spiega tanti fatti della vita.

    Eppure l’identificazione con le emozioni è un’illusione.
    Una dimostrazione vitale - che ci viene data e imposta -
    del fatto che noi non siamo le nostre emozioni, consiste nelle: Fasi di aridità.

    L’aridità potrebbe venir definita come la paralisi temporanea della vita emotiva e affettiva. Come si può avere paralizzato un arto o un’altra parte del nostro corpo fisico, così avviene la paralisi della vita emotiva e affettiva … Stato penosissimo, di una pena speciale, non dolore vivo, ma senso di vuoto, di nulla; alla persona pare di non vivere più, di non esistere, di aver perso se stessa. Infatti è temporaneamente paralizzata, praticamente morta la parte in cui si identificava vitalmente. Eppure, la persona si accorge che malgrado tutto continua a vivere. Essa, se sa osservarsi e ha finezza psicologica, si accorge di essere un paradosso. Cioè mentre non sente nulla, deve anche riconoscere di sapere di non sentire; anzi il vuoto, l’aridità, la morte interna vengono dalla persona percepiti in modo chiaro, continuo e assillante, è come una sensazione negativa, un accorgersi acutamente di ciò che manca, ed è questo che rende lo stato tormentoso. La persona tenta di distrarsi, di dimenticare, ma non riesce: quella sensazione negativa la perseguita, avvince continuamente la sua attenzione.
    Come si spiega ciò? L’unica spiegazione è che c’è in noi un centro di coscienza diverso, superiore alla coscienza emotiva, un centro che percepisce la paralisi di questa. A poco a poco la persona si accorge che si può vivere, che si vive anche senza la coscienza emotiva. Questa è la grande lezione. Ma vi è di più: nel silenzio delle emozioni e dei sentimenti ordinari, in quel vuoto, in quel silenzio interiore, talvolta si risveglia la coscienza spirituale. Tale coscienza è un nuovo sentiero, del tutto diverso dal precedente; invece delle emozioni e dei sentimenti particolari si ha un senso, una percezione diretta dell’Io Spirituale, diverso e staccato da quelli.»

    (Roberto Assagioli)

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