UN EQUIVOCO?
…
“Naturalmente, secondo certa gente, i poveri di spirito sono solo le teste
calde che credevano allora, credono oggi, e continueranno a credere a superate
verità, molte delle quali legate ad uno strano concetto definito ‘Trinità’.
Non certo coloro che, a sangue freddo, hanno inventato l’intera faccenda per annettere alla nascente fede cristiana popolari credenze pagane da un lato, ed
altrettanto popolari concetti filosofici dall’altro, che vanno dalla teologia egizia di Alessandria alla metafisica di Platone. Non a caso, il ‘Credo di
Nicea e Costantinopoli’ viene considerato dai puristi l’atto di nascita della ‘Grande Apostasia’:
cioè
l’abbandono della fede evangelica di cristo e degli apostoli ed il passaggio
alla teologia dottrinale della chiesa e dei teologi (un passatempo per
la mente), dominata da
concetti di filosofia greca (ipostasi,
sostanza, essenza e compagnia bella …) che
Gesù
ed i primi
cristiani avrebbero
trovato completamente incomprensibili. Il credo di Costantinopoli, oltre a
sistemare una volta per tutte la
faccenda della trinità, aveva anche aggiunto al credo di Nicea la
clausola dell’incarnazione di
Gesù ‘per opera dello ‘spirito
santo’, nel seno della ‘vergine Maria’:
questo era tutto ciò che si poteva fare sulla base delle ‘testimonianze’
evangeliche, cioè dei tardi e posticci miti presenti soltanto in Matteo e Luca.
I quali, anche se non fossero inventati, riposerebbero comunque soltanto
sull’unica testimonianza della madre: cioè, letteralmente, di una signorina rimasta incinta
di qualcuno che non era il suo fidanzato, individuato
in un soldato romano di nome ‘Panthera’. Se
così fosse … la
chiesa sarebbe, semplice-mente, la surreale agenzia di copertura di un equivoco
esilarante.” … J
(Fonte: Piergiorgio Odifreddi, “Perché
non possiamo essere cristiani e meno che mai cattolici”. © 2007 Longanesi &
C. 1^ Ed. Saggistica TEA gennaio 2011, pag. 175,176)
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