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<<Presso gli tzutujil le fasi
dell’apprendistato allo sciamanesimo
sono praticamente identiche a quelle che i giovani devono affrontare durante il
corteggiamento di una ragazza. Un’iniziazione sciamanica era essenzialmente
l’unione fra lo sciamano e lo spirito che questi aveva corteggiato. Durante
l’apprendimento mi sentivo proprio come un ragazzino innamorato; ero
completamente immerso in una nube di desiderio e mi sentivo angosciato e
languido, mentre cercavo di allacciare
una relazione con il mio spirito della natura. Come tutti i giovani
tzutujil, gli sciamani dovevano dar
fondo alle loro capacità mentre tempravano il loro cuore eroico con gli
approcci tradizionali. Gli tzutujil
affrontavano la vita intera come se si trattasse di un corteggiamento: questo
implicava conoscere il modo in cui avvicinarsi allo spirito dell’anima altrui
senza farlo fuggire, mantenendo inalterata la propria, autentica, essenza.
C’erano ragazzi e novizi davvero bravi a toccare il cuore delle ragazze e degli
spiriti, che possedevano un talento innato e una grande passione per l’oggetto
del loro desiderio; altri ancora avevano successo perché amavano l’antica arte
del corteggiamento in sé, sul cui dorso sopravviveva tutta la tradizione
cerimoniale di questo popolo. Elementi fondamentali erano la spavalderia, le
storie affascinanti, le canzoni seducenti, le offerte, e un’attenzione
maniacale per ciò che amavano … fosse donna o spirito. La gente sapeva che i
ragazzi, le ragazze e gli sciamani nutrivano gli Dèi con la loro bellezza
quando, con i loro discorsi meravigliosi, i doni eroici e le serenate, facevano
nascere l’ammirazione nell’amato. Una delle differenze
principali tra una persona comune ed uno sciamano era che la prima moglie di
uno sciamano era lo spirito guida, rappresentato da un fagotto magico,
invisibile a quasi tutti gli altri: “la consorte spirituale”
era la più importante, mentre la moglie in carne ed ossa prendeva il
secondo posto. Erano poche le donne che riuscivano a capirlo, meno ancora
quelle che avrebbero desiderato vivere una situazione simile, anche se la
comprendevano. Soltanto una creatura coraggiosa e straordinaria poteva essere felicemente sposata
con uno sciamano, sempre sospettato di ricorrere al proprio potere per ottenere
l’amore di una donna, cosa che alla gente non piaceva affatto. E questo si
aggiungeva al fatto che nessuna famiglia avrebbe voluto che le proprie figlie
finissero intenzionalmente in quel modo. Gli sciamani combattevano contro gli stregoni,
catturavano spettri pericolosi, trattavano con le potenti divinità della malattia e
della morte.
La gente aveva un grande rispetto per un bravo sciamano, per il suo lavoro e
per il suo coraggio, ma alla resa dei conti nessun genitore avrebbe voluto una
vita del genere per la propria figlia.>>
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<<Siamo così perituri, eppure ci domanda di schierarci come discepoli.
Esige che anche l’uomo faccia la sua parte nell’architettura della salvezza,
chiede collaborazione, ci associa, propone a chi ha già scelto la sua
paternità: dillo a quanti più puoi, usa i fatti meglio che le parole, prepara,
semina fino al buio. A mietere penso io. E insiste: dammi una mano, racconta di
me, metti a parte, indossami, cammina in mio nome verso dove non sanno neppure
di aspettarmi, sorprendili, trova tu il modo. Il
Vangelo s’intrecci alla vita e riluca perché l’immaginazione
ha trovato il tempo e il luogo per ridirlo, magari con altre parole. Ogni tempo
ha le sue parole: dette, scritte, sfiorate, mandate alte, divenute storie,
immagine, esempio, sfida, fascino, tentazione al contrario. Tu va’ e prova a
sedurre gli altri. Ripeti: Amare si può. Certo, bisognerebbe
non avere bisaccia né sandali. E saremmo più creduti. Ma all’uomo riesce così
di rado il percorso accidentato e sofferto della santità. Allora, ecco la
strada: ognuno si faccia discepolo della propria verità, per come può, gli è
lecito e compatibile. E, forse, prodigandosi, crescerà. I suoi passi
percorreranno più strada. Arriverà a dire, il giorno degli addii alla bellezza
della Terra, agli alberi, ai monti, alle nubi, ai volti così teneramente amati:
“Signore, fammi fede,
ci ho provato con sincerità. Vienimi incontro”.>> …