lunedì 3 settembre 2012

LA TEORIA DIFFUSIONISTA



... <<Benvenuta in uno dei misteri più tenaci di tutta la civiltà mesoamericana. Nel 1938 la National Geochraphic Society e lo Smithsonian inviarono una spedizione in Messico perché indagasse su alcune relazioni concernenti gigantesche teste di basalto sepolte nel terreno fino alle sopracciglia. Scoprirono undici figure di pietra di tipo africano come quella da te ritrovata,  in tre siti della località La Venta, centro sacro della cultura olmeca, a ventisette km dal golfo del Messico. Sono alte da 180 a 250 cm, e pesano circa quaranta tonnellate l'una. Niente male, tenuto conto che la cava si trovava a 16 km di distanza e che le pietre dovevano essere trasportate via terra senza ricorrere alla ruota o ad animali da soma. Avevano tutte quel buffo casco che le rendeva simili a giocatori di football americano. Le figure risalgono al periodo che va dall'800 al 700 a.C. Ehi... Nina, dopo aver battuto il tasto invio, spense il portatile e si rilassò sulla sedia per riflettere, sbalordita. Una testa messicana, della civiltà olmeca... Un momento, calmati, bella mia. Rifletti sui dati. La figura che aveva trovato sott'acqua aveva caratteristiche africane. Bella scoperta! Erano in Africa, dopotutto. Certo, questo non spiegava la coincidenza con le figure scolpite in Messico, a migliaia di chilometri di distanza. Per spiegare quelle somiglianze, si potevano formulare un paio d'ipotesi. Era possibile che le figure di La Venta fossero state scolpite in Africa prima di essere trasportate in Messico, ma certo era improbabile, visto che pesavano quaranta tonnellate l'una. La teoria alternativa non era migliore, e cioè che una figura di La Venta fosse stata scolpita in Messico e soltanto in seguito trasportata in Africa. Nell'uno e nell'altro caso, c'erano comunque problemi di datazione. Le teste erano state scolpite centinaia di anni prima che Colombo salpasse sull'oceano. Ahi, ahi... pensò Nina. Sto usando gli argomenti dei "diffusionisti". Si guardò alle spalle come se qualcuno potesse origliare i suoi pensieri. Per qualsiasi archeologo, anche solo ammettere un atteggiamento aperto alla possibilità del diffusionismo equivaleva ad un biglietto di sola andata per l'oblio. I diffusionisti sono convinti che le culture non si siano evolute in modo isolato, bensì diffondendosi da un luogo all'altro. Le somiglianze esistenti tra Vecchio e Nuovo Mondo avevano sempre incuriosito Nina, ma i fanatici degli UFO e di Atlantide avevano intorbidato le acque, suggerendo l'ipotesi che le piramidi e le misteriose linee di Nazca fossero il prodotto di alieni giunti dallo spazio o di esseri provenienti da antiche civiltà (Amenes n.d.r.). Nel mondo di Nina, essere una donna e per giunta diffusionista, voleva dire essere doppiamente perdente. Aveva già abbastanza problemi così com'era, una donna in un mondo di uomini.
La teoria diffusionista si era sempre trovata di fronte un grosso ostacolo: l'assenza di prove, scientificamente verificabili, che dimostrassero l'esistenza di contatti tra un emisfero e l'altro prima di Colombo. Chiunque poteva dire quello che voleva dire sulle piramidi egizie e sulle loro somiglianze coi templi cambogiani e con quelli messicani, ma nessuno aveva scoperto un anello di collegamento tra quelle testimonianze. Fino a quel momento. E in un porto fenicio, per giunta. Oh, Cristo! Avrebbe suscitato un bel trambusto. Poteva trattarsi della scoperta più grande che fosse mai stata fatta dopo la tomba di Tutankhamon. Il mondo archeologico sarebbe andato in tilt. Quella roba nella laguna dimostrava l'esistenza di un legame tra il Vecchio ed il Nuovo Mondo duemila anni prima che Cristoforo Colombo riuscisse a farsi finanziare tre caravelle dai re di Spagna>> ...

Fonte: "Il serpente dei Maya" (pag. 73-74). (c) 1999 by Clive Cussler. (2002) Longanesi & C. Milano

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