lunedì 19 settembre 2011

LA LEGGE DELL’OSCILLAZIONE

… “Un proverbio popolare dice: <<Il sonno è il fratello minore della morte>> e questa formulazione rivela la capacità di pensare per analogia. Vita e morte sono anch’esse un ritmo come inspirazione ed espirazione, veglia e sonno – è solo la dimensione maggiore che rende difficile all’uomo di rendersene conto. L’esperienza conferma anche qui la validità della legge in base alla quale un polo produce per forza il suo polo opposto: la vita produce la morte. L’unica cosa certa quando nasce un essere vivente è che un giorno morirà. La morte segue la vita con la stessa sicurezza con cui l’espirazione segue l’inspirazione. Ma in base alla medesima legge la morte produce nuovamente la vita. Vediamo così che l’alternanza di vita e morte produce lo stesso ritmo dell’alternanza di veglia, sonno, veglia e così via. Vita e morte sono polarità che col loro incessante alternarsi configurano l’esistenza di tutto ciò che esiste. Tutte le forme di manifestazione ubbidiscono a questa legge dell’oscillazione: le maree, le stagioni, l’elettricità, i periodi di guerra e di pace, le parti del giorno – ovunque si manifesta il medesimo gioco ritmico dell’alternanza polare. Perché mai proprio la polarità vita/morte dovrebbe costituire un’eccezione? Perché mai una legge dimostrabile ovunque dovrebbe bloccarsi proprio davanti al fenomeno vita?
Questo passaggio ritmico dell’anima attraverso la vita e la morte è stato da sempre definito trasmigrazione delle anime o reincarnazione. Platone lo conosceva e, al pari di Goethe, sapeva che era vero. Dico volutamente <<sapeva>> invece di <<credeva>> perché la reincarnazione non è una questione di fede, bensì un problema di conoscenza filosofica. Ovviamente ognuno deve essere libero di credere a cose completamente diverse dalla reincarnazione, tuttavia è bene che si sappia che un’ipotesi esistenziale che escluda la reincarnazione è assurda, in quanto solo la reincarnazione è in armonia con tutte le leggi dell’universo…
         Viene spesso fatto notare che sarebbe sciocco e poco pratico dimenticare le conoscenze sommate durante le molte incarnazioni e ricominciare tutto da capo. Altri argomentano in modo esattamente contrario: dicono cioè che certamente ha un senso il fatto che non ci si possa ricordare delle precedenti incarnazioni e ritengono che esista un espresso divieto a ricordare il passato.
Per altro l’affermazione che le conoscenze delle precedenti incarnazioni vengano dimenticate e che si debba ricominciare sempre da capo non è esatta: è vero anzi il contrario. L’uomo ad ogni incarnazione inizia esattamente al livello di evoluzione raggiunto, e trasforma il sapere concreto in maturità, capacità e disponibilità a conoscere… La differenza tra i singoli individui è il risultato delle esperienze fatte nelle precedenti incarnazioni. L’uomo non dimentica nulla di quello che è essenziale. Viene dimenticato soltanto l’ambito concreto in cui sono state fatte le esperienze, ma anche su questo ci sarebbe da approfondire … Ci si affidi quindi tranquillamente al destino e si lavori con le capacità che si sono maturate, senza lagnarsi costantemente di quello che non si ha. In questo universo nulla va perduto – e questo vale non soltanto per la fisica, ma anche per la via che porta alla maturazione di un’anima. L’oblio delle incarnazioni precedenti non è certamente uno sciocco errore della natura, ma ha lo scopo di liberare la coscienza (anima, consapevolezza, n.d.r.) da pesi inutili e di rendere più facile la ricezione del qui e dell’adesso… questo processo evolutivo costituisce il compito dell’uomo e lo porta a redimere se stesso e il cosmo. La conoscenza delle catene incarnative ha rappresentato sempre un passo in avanti nella via esoterica di evoluzione: questa conoscenza è a volte spontanea, altre volte indotta con tecniche adatte. Dato che non esiste il caso, chi arriva ad accettare tale conoscenza sarà senz’altro matura per prenderne coscienza>>…
         Due tecniche tra le più diffuse sono quelle dell’ipnosi e della lettura della cronaca Akasha. <<La cosiddetta cronaca Akasha è paragonabile ad una banca dati in cui è immagazzinata, indipendentemente dal tempo, la somma di tutti gli eventi del passato, del presente e del futuro. Le persone che hanno, o sviluppano, la capacità di desumere informazioni dalla cronaca Akasha, possono vedere le incarnazioni altrui>>…

Fonte:  Thorwald Dethlefsen, “Il destino come scelta” (pag. 148-158). © 1984 Edizioni Mediterranee, ristampa 2008 (ISBN 88-272-0006-1).

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