mercoledì 20 settembre 2017

SCELTE




Non è stata, secondo ME, la scelta corretta,
quella fatta da certe persone
che per la promozione del loro candidato all’elezione

Certo, qualcuno potrebbe affermare
di quel che stava per fare,
ed in quel caso avrebbe una valida giustificazione,
che, dopo l’ammissione,
lo porterebbe all’assoluzione del peccato
che tale, per lui, sembra non essere stato …

Un semplice errore di valutazione,
che chiunque può commettere, sicura-mente,
ma se non lo ammettesse, probabilmente,
sarebbe per lui controproducente,
poiché significherebbe che non si rende conto




lunedì 18 settembre 2017

DIS-OBBEDIENTE





Rispose quello, cauta-mente:
<<Non posso disobbedire
altrimenti potrei morire,
senza aver goduto … 
pienamente, dello stupore!>>


Non so Voi, care Anime, ma, personalmente,
IO Sono d’accordo col serpente …
che NOI siamo qui giunti per sperimentare

E poi, scusate, ascoltate attenta-mente,
se davvero l’onnipotente
avesse voluto creare “animali“ inclini alla cieca obbedienza
perché avrebbe loro donato la coscienza,
insieme alla facoltà di poter pensare?



LA SINDROME DI ADAMO

… “Sembra di vederla, la scenetta descritta nel primo libro della bibbia, il ‘Libro della genesi‘. Si tratta di una parabola, lo sappiamo: non è la cronaca di un episodio, ma una narrazione che vuole insegnare valori e comportamenti. Vi si dice dunque che il primo peccato dell’umanità – una disobbedienza ad un ordine ricevuto da d-io – s’era appena verificato e che i due responsabili, l’uomo e la donna, vergognandosi per quello che era successo, tentano di nascondersi allo sguardo del creatore che li vuole incontrare. La scena richiama alla memoria un processo, dove all’accusato viene ricordata la sua responsabilità, la sua colpa, e gli viene chiesto di giustificarsi. Dio dunque chiede ad Adamo: ‘Non ti avevo detto di non mangiare quel frutto? Non ti avevo forse dato un ordine preciso? Perché non l’hai osservato?‘ E Adamo non trova niente di meglio da fare che stendere il dito accusatore verso la sua compagna e dire a Dio: ‘È stata lei, è colpa sua‘. Anzi, nella sua risposta, Adamo, insinua che un po‘ di colpa ce l’ha anche lo stesso Dio, che gli ha messo accanto quella creatura; un po‘ come dire: ‘Se Tu la donna non avessi creato … io non sarei stato tentato!‘ Questo atteggiamento sconsiderato è stato giustamente chiamato ‘complesso di Adamo‘. Esso consiste, come s’intuisce, nello scaricare su altri la responsabilità delle proprie azioni. Pratica utilizzata fin dagli albori dell’umanità, cambiano solo le modalità, dovute alle diverse culture ed alle situazioni personali, viene data la colpa ad un destino avverso … poiché è difficile ammettere la propria responsabilità, dire: ‘è colpa mia!‘, con semplicità. Lo scaricare la colpa su altri è il segno evidente che non si è ancora raggiunta la maturità.‘

(Fonte: Mario Danieli S.I. “A che serve credere?“. © 2003 ADP 186-187, stralcio) 
Testo che, ovviamente, in alcune parti, è stato modificato dallo scrivente …