Sbaglia
chi osa
non
ci sono dubbi
ma
si cerca che cosa?
Ci
poniamo
sempre
nuovi traguardi
e
durante l’inseguimento
cerchiamo
di coinvolgere altri sguardi
nel
loro raggiungimento
Troviamo,
in quel momento,
una
piccola soddisfazione
che
ci allontana dalla delusione
ma
subito dopo ricompare
la
frustrazione
è
forse creata dalla competizione?
Chi,
se non il proprio “io”
esige
l’affermazione?
Raggiunta
tale comprensione
si
lascia più spazio all’emozione
e
si consegue quell’equilibrio
che
favorisce l’evoluzione
In
tale, completa, accettazione
emerge
una nuova consapevolezza
che
suggerisce la via
per
superare la
tristezza
Così
si scopre finalmente
che
utilizzare il proprio talento,
per
aiutale il prossimo oltre il lamento,
da
molta più gratificazione
che
obbedire inconsapevolmente
alla
propria mente
incosciente
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