giovedì 17 novembre 2011

IL MURO DEL SUONO


(Sottofondo musicale: “Invisible wing” – Keiko Matsui)


Non lo tocchi
perché è inconsistente,
non è visibile
neppure ai nostri occhi,
eppure nell’etere è presente
ed è un fatto accettato
da tanta, tanta, gente

Allo stesso modo
la nostra mente
dovrebbe pure accettare
la presenza di quel muro
che abbiamo innalzato interiormente

ma, incomprensibilmente,
non riusciamo ad eludere
il suo controllo costante
rassegnandoci così a sopravvivere,
trascurando l’Importante

… <<Osserva con uno sguardo nuovo il corpo che abiti. È analogo all’intera Natura, la riassume… E tu, e voi, che avete la responsabilità di prendervene cura per condurlo ad uno stadio di realizzazione ancora più grande, tu ne sei, voi ne siete, il dio. Questo è vero tanto sui piani sottili quanto nella densità della materia. Ogni coscienza animale o umana è la divinità dei suoi organi, delle sue cellule e, naturalmente, delle molecole che li generano. Sarebbe possibile risalire ancora oltre, ben al di là della struttura stessa dell’atomo. Vi si potrebbero vedere non solo dei sistemi solari con i loro pianeti in orbita, ma nebulose e galassie in marcia verso … la stessa Realtà che calamita l’essere umano. Questa Potenza che chiamiamo Dio è dunque la natura stessa di ogni cosa, e non un principio filosofico a cui è possibile aderire oppure noOgni manifestazione di vita, in un punto qualunque della propria fioritura, rappresenta una divinità per l’infinità di particelle che la compongono. Parallelamente a ciò, è anche una specie di polvere di divinità in divenire, una particella di Dio che si costruisce con essa, aspirandola verso un “sempre di più”. Ecco con quale sguardo ci avviciniamo alla Creazione: noi guardiamo un uomo e vi vediamo un dio. Guardiamo una donna e sappiamo che è una dea. Se li contempliamo tutti e due insieme, nell’Unione, si rivela a noi una divinità ancora più compiuta, dato che la fusione di due cellule predispone l’idea di un futuro organo … Comprendi? Comprendete? Sì … il primo approccio ad una simile riflessione si traduce in un senso di vertigine … quasi sconfortante. Ecco perché tutto ciò non può essere captato e poi integrato solo nella sfera mentale. C’è un muro interiore da superare. Volendo darne un’immagine, direi che è una specie di “muro del suono”. Si supera all’interno di una qualità di silenzio e di amore che si scopre soltanto lanciandosi nel vuoto nascosto tra un pensiero e l’altro. Lontano dai punti di riferimento ed in una fiducia totale. È un’avventura da annoverare fra quelle che non possono essere vissute a metà. Quando saprete versare una lacrima di gioia davanti alla bellezza di un filo d’erba o di fronte alla memoria contenuta in un semplice sassolino, allora comincerete veramente a comprendere. Il sole in voi parlerà meglio ai suoi pianeti … Questa comprensione è la base della vera e propria ascensione della coscienza. Permette di non creare più spaccature tra ciò che, in ognuno di voi, afferma “l’io-me” e i miliardi di miliardi di manifestazioni di vita che attraversano la Creazione. Implica un atteggiamento che permette di non sterilizzare più mentalmente l’essere incarnato; fa esplodere la bolla in cui vive isolato. In effetti, suggerisce una condizione di comunione permanente che se la ride delle distanze fisiche e temporali, con tutto ciò che è stato, è e sarà. Come stabilire al meglio un contatto diretto e spontaneo con la Presenza del Divino? È così semplice che forse è proprio questo a turbarvi e ad indisporvi. Le frontiere sono in voi, sono solo un’illusione che coltivate>>…


Fonte: Daniel Meurois-Givaudan, “Come dio divenne Dio” (pag. 24-25). © 2006 Macro Edizioni. © Editions Le Persa – 3° trimestre 2005 (www.meurois-givaudan.com)

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