lunedì 17 ottobre 2011

CONOSCO IL TUO CUORE

… “Si trovava con i Suoi compagni nel boschetto di pini che è al di là della mia siepe, e stava parlando loro. Io (Georgus di Beirut) me ne stavo presso la siepe ad ascoltare. E lo riconobbi, perché la Sua fama aveva raggiunto queste sponde prima ancora che Egli le visitasse. Quando smise di parlare mi avvicinai e gli dissi: <<Signore, vieni ad onorare la mia casa insieme a questi uomini che sono con Te>>. Ed egli mi sorrise, e disse: <<Non oggi, amico mio, non oggi>>. E c’era una benedizione nelle Sue parole, e la Sua voce mi avvolse come un mantello in una notte fredda. Poi si rivolse ai suoi compagni e disse: <<Ecco un uomo che non ci tratta da stranieri e, nonostante non ci abbia mai visti prima di questo giorno, c’invita a varcare la sua soglia. In verità, non ci sono stranieri nel mio regno. La nostra vita è uguale alla vita di ognuno, e ci viene data affinché possiamo conoscere tutti gli uomini ed amarli in virtù di quella conoscenza. Le azioni di ogni altro uomo sono le nostre azioni, quelle occulte come quelle manifeste. Io vi chiedo di non sentirvi solo ciò che siete, ma anche ciò che sono gli altri tutti. Sentitevi come colui che possiede una casa e come colui che ne è privo, sentitevi come il contadino e sentitevi come il passero che rubacchia il grano prima che si assopisca nella terra; come colui che offre e ne trae riconoscenza, e come colui che sa ricevere con fierezza e gratitudine. La bellezza del giorno non è solo in ciò che vedete, ma anche in quello che vedono gli altri. Per questo io ho scelto voi tra i tanti che hanno scelto me>>. E dopo queste parole mi guardò sorridendo e disse: <<Dico queste cose anche per te, ed anche tu le ricorderai>>. Allora lo supplicai: <<Maestro, vieni a visitare la mia casa!>>. Ed Egli rispose: <<Conosco il tuo cuore, e in esso ho visitato la più importante delle tue dimore>>. E mentre si allontanava insieme ai Suoi discepoli mi disse: <<Buona notte a te. E possa la tua casa essere abbastanza grande da offrire riparo a tutti i viandanti della terra>>.

Fonte: Gibran, “Gesù figlio dell’uomo” (pag. 78). I ed.: gennaio 2011. © 1993, 2011 Newton Compton editori s.r.l.

2 commenti:

  1. Davvero stupendo questo scritto, l'ho sentito molto. Grazie, entrare qui è una certezza di grandi riflessioni.

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  2. Il Tuo commento m'inorgoglisce e Noi sappiamo bene che l'orgoglio è un nostro limite.
    Grazie

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