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lunedì 26 settembre 2011

CREDI IN DIO?

DIO C’È


Come si può discuterne la presenza
quando l’umanità
ed il creato ad essa legato
sono la prova tangibile
della Sua esistenza?

Eppure sono in molti quelli che,
confusi dalla diffusa sofferenza,
dubitano della sua benevolenza

C’è chi afferma di credere
e chi invece nega
ma nel momento del bisogno
chiunque poi Lo prega

Il dubbio che nutriamo
ci sprona a cercarlo
perché sentiamo
che possiamo incontrarlo

È nel cuore che è scritto
chi veramente siamo
ed è questo il motivo
per cui “dobbiamo” amarLo

 

CREDI IN DIO?


… <<Un filosofo chiese a Sri Aurobindo: “Credi in Dio?” La sua risposta fu: “No”. Il filosofo rimase esterrefatto. Aveva percorso tanta strada, credendo che quest’uomo conoscesse Dio ed invece gli aveva risposto: “No, non credo in Dio”. Il filosofo, per qualche minuto non riuscì a trovare il coraggio di fargli altre domande, era ammutolito. Poi disse: “Io pensavo che tu avessi visto Dio!” Sri Aurobindo scoppiò a ridere e rispose: “Sì, l’ho visto: ecco perché non credo. Credere è frutto dell’ignoranza. Io conosco Dio!” Ricorda: devi arrivare alla conoscenza, non sei qui per credere. Puoi disporre del mio aiuto per arrivare alla conoscenza. Credere è un trucco della mente: senza avere conoscenza alcuna, ti dà la sensazione di conoscere. L’uomo è un punto di domanda, ed è una benedizione. Perciò celebralo, danza, gioiscine perché, senza quel punto di domanda non ci sarebbero né la fede, né il dubbio; avremmo solo finte certezze. La vita ha delle esitazioni. La vita è incerta. La vita è insicura. Ecco perché è vita: perché è in movimento. Un uomo vivo si muove tra le incertezze, va verso l’ignoto, non può vivere con finte certezze. Le tue certezze dimostrano semplicemente che non hai mai dubitato. Esiste un altro tipo di conoscenza che sgorga dal dubbio, che scaturisce dalla crescita. Quando raggiungi questo tipo di conoscenza, di nuovo non hai certezze: ma ora le tue incertezze hanno un sapore del tutto diverso. Se avessi fatto al Buddha delle domande su Dio, sarebbe rimasto in silenzio. Ecco il motivo della sua superiorità rispetto a Sri Aurobindo. Il Buddha sarebbe rimasto in assoluto silenzio, non avrebbe risposto né sì, ne no. Come mai? Perché asseriva: “L’Assoluto è talmente vasto che sarebbe sbagliato dire ‘sì’ e sarebbe anche sbagliato dire ‘no’: le nostre parole sono talmente piccole che non possono contenere l’Assoluto. È possibile comunicare l’Assoluto solo tramite il silenzio”. Quando non conosci e quando sei convinto di conoscere sei in una sorta d’incertezza: come puoi avere delle certezze sull’Assoluto? È talmente vasto. Se avessi delle certezze sull’Assoluto sarebbe come rimpicciolirlo; sarebbe come dimostrare che puoi afferrarlo, che puoi averlo in pugno. E Dio non può essere posseduto; al contrario, tu dovresti permettere che Egli ti possegga. Accetta i tuoi no ed i tuoi sì e non pensare che siano opposti tra loro: non lo sono. Proprio come non ci può essere alcun coraggio senza il pericolo, così non ci può essere la fede senza l’incertezza e senza il dubbio. Il rischio fa parte del gioco e noi siamo nati per giocare. Dobbiamo imparare ad affidarci alle possibilità, non alle certezze. Solo i pappagalli possono avere certezze, perché hanno risposte prefabbricate. Un uomo vero, che ha raggiunto la conoscenza, avendone fatta l’esperienza, ti aiuterà a stare in silenzio, ti aiuterà ad attraversare i tuoi sì ed i tuoi no, la tua fede ed i tuoi dubbi, i tuoi momenti più caldi e quelli più freddi, la luce del giorno e le tenebre della notte, le vette e le valli. Non t’insegnerà nessun dogma, t’insegnerà solo il coraggio, il piacere dell’avventura e la ricerca.>> …

Fonte: Osho – “I libri del fiore d’oro” © 2000 by News Services Corporation, Arona (NO). © 2007 RCS Libri S.p.A., Milano. Prima edizione Firme Oro Bompiani: novembre 2007 (ISBN 978-88-486-0341-6, pag. 295-298, stralcio). © 1979 Osho International Foundation, CH8001, Zurigo, Svizzera.

Brano associato:
(Biagio Antonacci)

lunedì 19 settembre 2011

LA LEGGE DELL’OSCILLAZIONE

… “Un proverbio popolare dice: <<Il sonno è il fratello minore della morte>> e questa formulazione rivela la capacità di pensare per analogia. Vita e morte sono anch’esse un ritmo come inspirazione ed espirazione, veglia e sonno – è solo la dimensione maggiore che rende difficile all’uomo di rendersene conto. L’esperienza conferma anche qui la validità della legge in base alla quale un polo produce per forza il suo polo opposto: la vita produce la morte. L’unica cosa certa quando nasce un essere vivente è che un giorno morirà. La morte segue la vita con la stessa sicurezza con cui l’espirazione segue l’inspirazione. Ma in base alla medesima legge la morte produce nuovamente la vita. Vediamo così che l’alternanza di vita e morte produce lo stesso ritmo dell’alternanza di veglia, sonno, veglia e così via. Vita e morte sono polarità che col loro incessante alternarsi configurano l’esistenza di tutto ciò che esiste. Tutte le forme di manifestazione ubbidiscono a questa legge dell’oscillazione: le maree, le stagioni, l’elettricità, i periodi di guerra e di pace, le parti del giorno – ovunque si manifesta il medesimo gioco ritmico dell’alternanza polare. Perché mai proprio la polarità vita/morte dovrebbe costituire un’eccezione? Perché mai una legge dimostrabile ovunque dovrebbe bloccarsi proprio davanti al fenomeno vita?
Questo passaggio ritmico dell’anima attraverso la vita e la morte è stato da sempre definito trasmigrazione delle anime o reincarnazione. Platone lo conosceva e, al pari di Goethe, sapeva che era vero. Dico volutamente <<sapeva>> invece di <<credeva>> perché la reincarnazione non è una questione di fede, bensì un problema di conoscenza filosofica. Ovviamente ognuno deve essere libero di credere a cose completamente diverse dalla reincarnazione, tuttavia è bene che si sappia che un’ipotesi esistenziale che escluda la reincarnazione è assurda, in quanto solo la reincarnazione è in armonia con tutte le leggi dell’universo…
         Viene spesso fatto notare che sarebbe sciocco e poco pratico dimenticare le conoscenze sommate durante le molte incarnazioni e ricominciare tutto da capo. Altri argomentano in modo esattamente contrario: dicono cioè che certamente ha un senso il fatto che non ci si possa ricordare delle precedenti incarnazioni e ritengono che esista un espresso divieto a ricordare il passato.
Per altro l’affermazione che le conoscenze delle precedenti incarnazioni vengano dimenticate e che si debba ricominciare sempre da capo non è esatta: è vero anzi il contrario. L’uomo ad ogni incarnazione inizia esattamente al livello di evoluzione raggiunto, e trasforma il sapere concreto in maturità, capacità e disponibilità a conoscere… La differenza tra i singoli individui è il risultato delle esperienze fatte nelle precedenti incarnazioni. L’uomo non dimentica nulla di quello che è essenziale. Viene dimenticato soltanto l’ambito concreto in cui sono state fatte le esperienze, ma anche su questo ci sarebbe da approfondire … Ci si affidi quindi tranquillamente al destino e si lavori con le capacità che si sono maturate, senza lagnarsi costantemente di quello che non si ha. In questo universo nulla va perduto – e questo vale non soltanto per la fisica, ma anche per la via che porta alla maturazione di un’anima. L’oblio delle incarnazioni precedenti non è certamente uno sciocco errore della natura, ma ha lo scopo di liberare la coscienza (anima, consapevolezza, n.d.r.) da pesi inutili e di rendere più facile la ricezione del qui e dell’adesso… questo processo evolutivo costituisce il compito dell’uomo e lo porta a redimere se stesso e il cosmo. La conoscenza delle catene incarnative ha rappresentato sempre un passo in avanti nella via esoterica di evoluzione: questa conoscenza è a volte spontanea, altre volte indotta con tecniche adatte. Dato che non esiste il caso, chi arriva ad accettare tale conoscenza sarà senz’altro matura per prenderne coscienza>>…
         Due tecniche tra le più diffuse sono quelle dell’ipnosi e della lettura della cronaca Akasha. <<La cosiddetta cronaca Akasha è paragonabile ad una banca dati in cui è immagazzinata, indipendentemente dal tempo, la somma di tutti gli eventi del passato, del presente e del futuro. Le persone che hanno, o sviluppano, la capacità di desumere informazioni dalla cronaca Akasha, possono vedere le incarnazioni altrui>>…

Fonte:  Thorwald Dethlefsen, “Il destino come scelta” (pag. 148-158). © 1984 Edizioni Mediterranee, ristampa 2008 (ISBN 88-272-0006-1).

mercoledì 25 novembre 2015

FANTOSIOSA-MENTE




Dio È Amore, anche chiamato Luce, Verità,
insieme ai loro opposti che costituiscono l’Unità,
e, ancora, Buddha, Cristointeriorità …,
nomi che identificano il Tutto con assoluta semplicità …

Questo è quanto, e sarebbe sufficiente …
se non ci fosse l’ostacolo rappresentato dalla mente,
che cerca, disperata-mente, di “capire” cos’è il trascendente
teorizzandolo … fantasiosa-mente …
mentre sopravvive nella sua triste realtà …

Ecco perché, probabilmente, per impazienza …
sono nate, insieme alla religione,
la teologia, la filosofia e per ultima la scienza

… Tutte tendono a dimostrare, puntigliosa-mente,
ciò che esiste … sicura-mente …
a prescindere dal nostro modo di ragionare,
ancora prigioniero dell’ immanente

Me lo ha suggerito la coscienza
ma per comprenderlo vera-mente
ognuno deve farne personalmente l’esperienza,
seguendo le indicazioni della “propria” Essenza

CONTRAPPOSIZIONE
… <<Sono giunto alla conclusione che la crisi del principio di verificazione non consente di relegare nell’ambito dell’insensatezza, la contrapposizione metafisica fra il realismo e le varie forme di antirealismo; ma che tale crisi non preclude la possibilità di considerare pseudoscientifiche le controversie sulla natura della conoscenza … quando queste s’impantanino in problemi di tipo assoluto che, in quanto tali, esorbitano dalla sfera di deducibilità propria della scienza.>> …

Fonte: Paolo Parrini, “Conoscenza e realtà”. Saggio di filosofia positiva. © 1995 Laterza (pag. 169)

lunedì 15 ottobre 2012

LA FILOSOFIA

Secondo la mia esperienza
la Filosofia
è amore per la conoscenza

La conoscenza
celata nell'Eternità

L'Eternità
È oltre il pensiero
elaborato dalla mente
che comprende solo la sua realtà

Posso quindi affermare consapevolmente,
e con assoluto stupore,
che la Verità
è lo stato di non mente
da tutti conosciuto comunemente
col nome di …..

Canzoni dei Negramaro associate: