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DISTURBO BORDERLINE DI PERSONALITÀ (DBP)
Siccome sono un ignorante, ho chiesto personalmente all'I.A.:
«Il disturbo borderline di personalità (DBP) è caratterizzato da instabilità pervasiva nell'immagine di sé, nelle relazioni interpersonali e nell'umore, accompagnata da una forte impulsività e un'intensa paura dell'abbandono. Si manifesta in adolescenza o nella prima età adulta e i sintomi includono sbalzi d'umore, comportamenti autodistruttivi e difficoltà nel mantenere legami stabili.»
"Si manifesta, anche, nell'atto a ripetere, ossessivamente,
sempre le stesse cose, assumendo gli stessi atteggiamenti,
nella speranza, vana, che qualcosa possa cambiare,
improvvisamente, nelle inconsapevoli menti".
L'ha detto un esperto,
ed IO, davvero, non posso dargli torto,
ma se così fosse, quelli che si salverebbero
sarebbero davvero pochi,
considerato che, non è più un mistero,
quasi tutti "amano"
rimanere nella propria "zona di conforto"! 😁
https://angolopsicologia.com/zona-di-comfort/
Quindi che facciamo?
Andiamo tutti a farci psicanalizzare
per qualcosa che non vogliamo abbandonare?
Oppure ne prendiamo atto e l'evoluzione,
della guarigione, stiamo serenamente ad osservare? 🤔
😇
ZONA DI CONFORTO
RispondiElimina«Si, vabbe' ...» dice l'inconsapevole mente,
... «ma la "zona di conforto", mi sai dire, semplicemente, cos'è?» 🤔
«La zona di comfort è uno spazio sicuro in cui non rischiamo, ma nemmeno cresciamo. Non è semplicemente uno spazio fisico ma un concetto mentale. Non si limita ad un cordone di sicurezza che abbiamo costruito intorno a noi, ma include sia le nostre abitudini quotidiane che il nostro modo di pensare. Pertanto, può diventare la scusa perfetta per non fare, non rischiare, non crescere e, in definitiva, non vivere.
Fuori dalla zona di comfort accadono cose magiche, avviene il cambiamento e si cresce, ma li si trova anche la zona di panico, quindi è importante trovare il giusto equilibrio nella vita basato sulla conoscenza profonda di cos’è la zona di comfort e cosa possiamo incontrare quando ne superiamo i confini.»
Segue il link all'autorevole fonte:
https://angolopsicologia.com/zona-di-comfort/
😇
IL GIUSTO EQUILIBRIO
RispondiEliminaChi conosce "Sally",
la nota canzone di Vasco Rossi, sa che:
"la vita è un brivido che vola via
è tutto un equilibrio sopra la follia".
In essa l'autore, probabilmente,
vuol mettere in luce come la vita sia un'esperienza,
precaria e fugace, in bilico tra razionalità e pazzia!
Così mi piace introdurre la mia riflessione,
sull'opportunità di cercare ciascuno il proprio equilibrio,
oltre ogni banale illusione ...
https://serpente-piumato.blogspot.com/search?q=Equilibrio
... mai statico, decisamente mutevole,
che caratterizza l'esistenza, spesso ingannevole,
della piccola ed inconsapevole mente!
https://serpente-piumato.blogspot.com/search?q=Piccola+mente
😇
Sostanzialmente? 🤔
RispondiEliminaAbbandonando la "mania del controllo",
tipica dell'inconsapevole mente,
chiunque, sorprendentemente,
potrebbe ambire al trascendente ...
https://serpente-piumato.blogspot.com/2019/05/verso-il-trascendente.html
... luogo "ideale",
estremamente affascinante,
(che muta forma continuamente)
posto al di là del bene e del male,
ove anch'IO,
seppur solo per un istante,
mi sono recato personalmente
(ovviamente metaforicamente)!
https://serpente-piumato.blogspot.com/search?q=Personalmente
😇
Una riflessione interessante ...
RispondiElimina«Quando i rapporti familiari vengono esplorati e compresi, è possibile staccarsi dalla propria famiglia e sentirne la forza alle spalle. Una volta che si è riconosciuto il legame esistente con la propria famiglia e se ne sono viste e condivise chiaramente le responsabilità, ci si sente alleggeriti e ci si può dedicare a se stessi, non più oppressi e prigionieri del passato.»
(Bert Hellinger)
INFELICITÀ?
RispondiEliminaL'infelicità deriva dall'inascolto della nostra vera natura? 🤔
«È una malattia di questi ultimi tempi (l'infelicità).
Credo che le cause siano d'origine morale.
Alla gran maggioranza di noi si richiede un'ipocrisia costante, eretta a sistema.
Ma non si può, senza conseguenze, mostrarsi ogni giorno diversi da quello che ci si sente: sacrificarsi per ciò che non si ama, rallegrarsi di ciò che ci rende infelici.
Il sistema nervoso non è un vuoto suono o un'invenzione. La nostra anima occupa un posto nello spazio e sta dentro di noi come i denti nella bocca. Non si può impunemente violentarla all'infinito.»
(Boris Pasternak: "Il dottor Zivago")
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Seguono due commenti interessanti,
capaci di aprire anche "le più chiuse menti" ...
Primo:
Elimina«Beh, la causa dell'infelicità morale
potrebbe essere tutta nella nascita!
Non è facile per (l'antecedenza vissuta di) una mente intelligente (nel grembo materno, in cui avrebbe dovuto provare sensazioni paradisiache) sentirsi trascurata, respinta, rifiutata, abbandonata, dalla propria madre.
Sarà difficile affrontare la vita se già prima di nascere non ha già assaggiato il dolce»
Secondo
Chiunque, ora, lo capisce:
«Quando la mente all'anima si sostituisce
è costretta a fingere, si ammala, intristisce.
Quando l'anima è lasciata libera d'esprimersi
d'essere ciò che è, la guarisce,
e quella ri-trova la felicità.
Tutto il lavoro del Testimone,
tutta l’alchimia, tutto il ritorno del figlio alla fonte
concorrono al raggiungimento d'un solo traguardo:
non tradire mai più la propria anima,
poiché lei conosce la verità.»
(Con frasi/ riflessioni tratti dal web)
VOLERSI BENE PER SENTIRSI VIVI
RispondiElimina«Durante l'esistenza, tutti quanti,
cerchiamo uno sguardo capace di farci sentire vivi,
visti, riconosciuti, importanti.
Ovvero quello che nell’infanzia
avremmo voluto e dovuto ricevere,
ma che non abbiamo percepito.
Quel sostegno emotivo, quell’incoraggiamento,
o semplicemente un abbraccio.
Quando quel riconoscimento non arriva,
dentro di noi si crea una frattura
che fa crescere in noi la paura.
Da quel momento iniziamo
a riempire la vita provando a renderci utili,
compiacenti, disponibili.
Oppure, chiudendoci, ci perdiamo.
Ma in fondo resta sempre lo stesso timore
ovvero quello di non sentirci mai abbastanza,
e continuiamo nella ricerca di conferme esteriori,
una vana speranza.
Da adulti, senza rendercene conto,
continuiamo a inseguire quello stesso sguardo
negli altri, nei partner, nei genitori, negli amici.
Ma nessuno potrà colmare quel vuoto,
solo noi stessi.
Non stiamo cercando solo amore,
ma conferma del nostro valore.
E ciò che ci è mancato un tempo,
oggi possiamo imparare a darlo a noi stessi.
Imparando a volerci più bene.»
(Analisi tratta dal web)
La mia sintesi?
IO valgo,
al di là di cosa gli altri pensano di ME,
poiché quello che essi pensano,
senza prima aver ritrovato il vero Sé
(transpersonale secondo Assagioli),
è semplicemente "proiezione",
riguarda solo se stessi
ed ogni loro frustazione!
ESSERE VIVI? 🤔
RispondiElimina«Cosa sia un uomo realmente vivo si sa oggi meno che mai.
Ognuno di noi è un tentativo prezioso ed unico della Natura.
Ogni uomo però non è soltanto lui stesso; è anche il punto unico, particolarissimo, curioso, dove i fenomeni del mondo s’incrociano una volta sola, senza ripetizione.
Perciò la storia di ogni uomo è importante, perciò ogni uomo,
fintanto che vive in qualche modo e adempie il volere della Natura,
è meraviglioso e degno di attenzione.»
In ognuno, del Sé (personale e transpersonale) v'è l'espressione.
«Oggi pochi sanno che cosa sia l’uomo. Molti lo sentono e perciò muoiono con maggior facilità, come io morirò più facilmente quando avrò finito di scrivere questa storia. Non posso dire di essere un sapiente. Fui un cercatore e ancora lo sono, ma non cerco più negli astri e nei libri: incomincio a udire gli insegnamenti che fervono nel mio sangue.
La mia storia non è amena, non è dolce e armoniosa come le storie inventate, sa di stoltezza e confusione, di follia e sogno, come la vita di tutti gli uomini che non intendono più mentire a se stessi.
La vita di ogni uomo è una via verso se stesso, il tentativo di una via, l’accenno di un sentiero. Nessun uomo è mai stato interamente lui stesso, eppure ognuno cerca di diventarlo, chi sordamente, chi luminosamente, secondo le possibilità. Ognuno reca con sé, sino alla fine, residui della propria nascita, umori e gusci d’uovo d’un mondo primordiale. Certuni non diventano mai uomini, ma ognuno è una rincorsa della natura verso l’uomo. Tutti noi abbiamo in comune le origini, le madri, tutti veniamo dallo stesso abisso; ma ognuno, tentativo e rincorsa dalle profondità, tende alla propria meta. Possiamo comprenderci l’un l’altro, ma ognuno può interpretare soltanto se stesso.»
(Hermann Hesse: "Demian", 1919)